Arianna Farina, candidata per Azione al consiglio comunale, si presenta: “Io non sono nata a Sabaudia, questo non è un segreto.
Mi sono, però, sempre sentito parte di questa città e, soprattutto, parte di questa comunità. Le giornate delle mie estati da bambina le ho trascorse nella magia dei luoghi di questa città.
Ho trascorso le mattinate ai chioschi del lungomare, i pomeriggi a mangiare il gelato in Piazza delle Palle e sulle altalene dei giardinetti, le serate a fare su e giù con nonna tra le bancarelle e le luminarie, tra l’odore di zucchero filato e caramelle, aspettando i fuochi d’artificio.
Ci sono stati i pomeriggi al cinema e le passeggiate nel Parco”.
La candidata continua, spiegando il suo affetto per la città di Sabaudia: “Poi è arrivata l’adolescenza, sono cambiati i luoghi, ma l’incanto è rimasto.
Sono arrivate le serate in quei punti d’incontro che Sabaudia ancora offriva. Luoghi di ritrovo e di comunione, dove ci si rincontrava con le persone dell’infanzia, che fossero di Sabaudia o adottate come me per via di quel legame inscindibile che avvertiamo.
Sabaudia, a dire il vero, non ha mai offerto molto come strutture: non ci sono mai state davvero dei luoghi di attrazione, o altre strutture di cui necessitano altre realtà. Sabaudia non ne ha mai avuto bisogno, perché Sabaudia l’hanno sempre fatta i cittadini. Erano le persone, del posto oppure no, che creavano Sabaudia”.
Farina si sofferma sui cambiamenti che hanno caratterizzato la città negli ultimi anni: “Dove è finito tutto questo? Che fine hanno fatto la magia dell’infanzia e l’incanto dell’adolescenza? A poco a poco, sono svaniti.
Qualcosa è rimasto, ma quel sogno di una volta non la si sente più e, come a tanti altri, il pensarci mi fa davvero male”.
E prosegue: “Vorrei che tutto questo potesse essere ancora possibile a Sabaudia. Mi piacerebbe che le nuove generazioni potessero assaporare ancora una volta le stesse sensazioni che ho vissuto io.
Vorrei che la gente non si rifugiasse solamente nel ricordo di quello che una volta era Sabaudia, ma che la si tornasse anche a respirare quell’atmosfera, che per me rappresentava questa città”.
Infine, conclude: “Lo si può fare, è alla nostra portata. Forse occorrerà un grandissimo sforzo di fiducia nel futuro e tornare a lavorare tutti insieme per il bene di questa realtà perché Sabaudia l’hanno sempre fatta le persone e può darsi che basti creare le condizioni affinché tutti, oltre a noi, tornino a crederci”.