L’Assessora Ciccarelli: «La donna rintracciata ad Al Karama e il suo bambino sono vittime di una
vera e propria piaga sociale, ma nel campo c’è un’intera comunità alla quale dobbiamo restituire
dignità e diritti»
Voglio prima di tutto ringraziare le forze dell’ordine per essere intervenute prontamente e per aver messo in
sicurezza la donna e il suo bambino, vittime di un crimine che ha un nome ben preciso: la tratta. Ringrazio
anche il nostro Pronto Intervento Sociale e i Servizi Sociali del Comune di Cisterna che, insieme al Centro
antiviolenza gestito dall’associazione Centro donna Lilith, si sono messi in moto con tempestività, al fianco
della polizia, coinvolgendo la rete antitratta per garantire la presa in carico delle vittime. Sono confortata dal
fatto che la donna e il suo bambino siano in questo momento in mani sicure, inseriti in un nuovo percorso di
vita. Il loro bene, in questo momento, è la cosa più importante.
L’episodio raccontato nelle cronache di questi giorni deve indurci comunque a una serie di riflessioni. La
prima è che la riduzione in schiavitù, non solo sessuale, rappresenta un odioso fenomeno trasversale a ogni
etnia e ambito culturale. Il lavoro che faccio, con passione e senso di responsabilità, nella rete istituzionale e
del terzo settore mi consente di fare questa affermazione senza timore di essere smentita. È un fenomeno
che ci preoccupa, perché per combatterlo si richiedono professionalità specifiche e soprattutto un fronte
unico da parte di istituzioni e società civile.
Il fatto che la cronaca di questo episodio criminale ci riporti ad Al Karama non deve farci commettere un
errore che sarebbe imperdonabile: quello di spostare il focus sulla facile strumentalizzazione. La politica non
deve cadere in questo tranello, perché strumentalizzare l’accaduto per alimentare la narrazione dello
stereotipo non aiuterebbe di certo il processo di chiusura del campo di Al Karama che oggi è arrivato,
finalmente, a buon punto. Siamo infatti vicini alla firma di un protocollo la cui realizzazione richiede come
condizione essenziale il coinvolgimento della parte sana della comunità che oggi vive in quel campo. Al netto
infatti degli episodi criminali, parliamo di tante persone che vivono in condizioni di estremo degrado, alle
quali tutti noi abbiamo il dovere di restituire dignità e diritti.
Patrizia Ciccarelli
Assessora alle Politiche di welfare e Pari opportunità
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