Dopo l’appuntamento a Doganella, la tradizionale e tanto attesa Sagra della Polenta di Sermoneta arriva domenica 20 gennaio 2019 nel centro storico, a cura dell’Associazione Festeggiamenti organizzatrice dal 1977, e dell’amministrazione comunale di Sermoneta.
Già dalle 6 della mattina i “polentari”, anziani di Sermoneta che conservano l’antica ricetta del piatto tipico sermonetano, inizieranno ad accendere il fuoco all’ingresso del paese per la preparazione della polenta nei tipici paioli di rame in zona Fuori Porta.
Dopo la messa nella cattedrale di Santa Maria Assunta, solenne processione con la sacra immagine di Sant’Antonio Abate accompagnata dalla Banda musicale Fabrizio Caroso. Con la benedizione della polenta e dei pani, alle 12.30, la sagra avrà ufficialmente inizio, con la distribuzione della polenta con ragù e salsiccia. Alle 15, spettacolo degli Sbandieratori Ducato Caetani di Sermoneta.
A disposizione dei turisti ci sarà un servizio di bus navetta per raggiungere agevolmente il centro storico dall’area del parcheggio del mercato di Monticchio.
LA POLENTA
La polenta che viene gustata il giorno della sagra viene cotta ad arte in un paiolo di rame su fuoco a legna, lentamente e continuamente girata fin dalle prime ore del mattino da esperti polentari. Il condimento della polenta viene fatto con salsicce, pomodoro, olio di oliva locale ed altri ingredienti che solo i cuochi sermonetani conoscono a menadito, un’arte di cucinare che i più anziani polentari tramandano ai più giovani, che ogni anno, si dedicano con passione e volontariamente alla cottura di questo piatto oggi tanto ricercato.
LA STORIA
Un appuntamento tra storia, religione, tradizione ed enogastronomia che affonda le sue origini nel 1503, quando il seme del mais arrivò a Sermoneta grazie a Guglielmo Caetani, che dopo un lungo esilio a Mantova, fece ritorno a Sermoneta appena avuta notizia della morte di Alessandro VI Borgia, il Papa che gli aveva tolto il feudo con la scomunica e fatto uccidere due fratelli.
Guglielmo ritornando al suo paese portò con se il seme del granoturco venuto dall’America e lo seminò sui su fertili territori. La farina del granturco fu usata inizialmente per procurare pietanze ai prigionieri del castello ed in seguito dai poveri e dai pastori come cibo quotidiano. A quei tempi a Sermoneta tra i poveri vi erano molti pastori scesi dai monti dell’alto Lazio e dall’Abruzzo alla ricerca di pascoli più verdi per i loro bestiami. Per la ricorrenza della festa di Sant’Antonio Abate protettore degli animali domestici, che ricorre il 17 gennaio, i pastori scendevano in paese a far benedire i loro animali ed in questa occasione veniva offerto loro e a tutta la popolazione un piatto di polenta condita con carne di maiale e cucinata sulla pubblica piazza.
LE FESTE DELLA POLENTA
A seguire le feste della polenta si sposteranno a Tufette (27 gennaio), Sermoneta Scalo (3 febbraio) e Pontenuovo (10 febbraio).
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