Confcommercio Lazio Sud al convegno a Roma con il ministro dell’Economia Giovanni Tria


“Crescere sì, ma assicurando sempre la stabilità economica del Paese” così il ministro dell’Economia Giovanni Tria al convegno “Meno tasse per crescere” tenutosi questa mattina a Roma presso la sede di Confcommercio Imprese per l’Italia.
“Apprezzo molto l’equilibrio di questa confederazione, mi chiedete più crescita nella stabilità sintetizzando e sono due aspetti che non possono essere separati, non c’è crescita nell’instabilità”, ha detto il ministro. “Ho giurato nell’esclusivo interesse della nazione e non di altri e non ho giurato solo io”, ha assicurato Tria, aggiungendo “terrò fede al giuramento”. Il ministro Tria ha poi svelato ai presenti in sala, tra cui il Presidente di Confcommercio Lazio Sud, con delega al Lazio, Giovanni Acampora, alcuni punti della prossima manovra: “Si parte ora dalle imprese, negli anni successivi affronteremo il problema irpef”.

Secondo il Centro studi di Piazza Belli la crescita dell’economia italiana sta rallentando e il 2018 si potrebbe chiudere con un aumento del Pil dell’1,1% e nel 2019 scendere all’1%. In pratica Confcommercio ha tagliato di un decimo di punto le stime su entrambi gli anni, rispetto a quando aveva prospettato in precedenza. E per quanto riguarda i consumi, la crescita sarebbe solo dello 0,9% nel 2018 e dello 0,8% nel 2019, sempre che non scattino le clausole di salvaguardia, come ha spiegato il direttore del Centro Studi di Confcommercio Mariano Bella.

“Il nostro tradizionale appuntamento sulla questione fiscale – ha detto il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – è ancora più importante perché il contratto di Governo prevede la realizzazione nel corso della legislatura, di processi di riforma tanto rilevanti sul piano economico e sociale, quanto impegnativi per la finanza pubblica”.
“Sull’Iva non si tratta e non si baratta” ha sottolineato il presidente Sangalli. Lo scambio tra più IVA e meno Irpef, ha spiegato il presidente, equivarrebbe a “tre errori e due autogol”. Tre errori perché più IVA e meno Irpef “non riduce la pressione fiscale complessiva, colpisce i livelli di reddito più bassi, incide sulla domanda interna in una fase di rallentamento della crescita complessiva del paese. Insomma con gli aumenti dell’IVA ci faremo due autogol a danno della crescita, a danno dell’equità sociale”.

Secondo il presidente di Confcommercio la parola d’ordine è “equilibrio”:  un termine caro al Professor Tria che da tempo sostiene che una politica economica equilibrata deve essere coerente con obiettivi di interesse generale ed efficace”. “Una politica di bilancio che deve affrontare una triplice sfida: conti pubblici in ordine; disinnesco delle clausole di salvaguardia; avvio delle principali riforme economiche e sociali poste a base del programma di Governo”.

Sangalli ha poi ricordato che in un Paese con un livello di pressione fiscale ancora superiore al 42% il processo di progressiva riduzione delle aliquote vada perseguito con determinazione, a vantaggio dei contribuenti in regola. “Così come non v’è dubbio – ha aggiunto – che si renda necessaria una riforma complessiva delle imposte sui redditi personali.  Una riforma che affronti alcuni nodi fondamentali: il riordino delle aliquote e la riduzione del prelievo; la semplicità degli adempimenti; l’equità con l’introduzione di una “no tax area” senza discriminazioni; la conferma del principio di progressività. E dunque sono queste le sfide con cui è chiamato a confrontarsi anche il modello della flat tax”.

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