Sabaudia. Parcheggi: la maggioranza replica accuse dell’opposizione


Il Consiglio comunale dello scorso 23 luglio è l’ultima di una serie di richieste avanzate dall’opposizione in ordine al contratto dei parcheggi.

La maggioranza non si è mai sottratta ad attivare procedure di controllo e vigilanza, al contrario si è sempre fatta parte diligente avendo a base del suo operato il rispetto del regolamento del T.U.E.L. e i principi amministrativi di economicità e ciò è evidente da tutti gli atti amministrativi, tra cui il parere rilasciato su richiesta del Presidente Bianchi.

Inoltre è opportuno ricordare in via preliminare che il contratto di cui si parla, che vincola l’Ente comunale per ben 12 anni, è stato posto in essere durante la precedente amministrazione Lucci e sottoposto al vaglio del Tribunale Amministrativo.

L’amministrazione Gervasi ha trovato un rapporto contrattuale esistente e nel pieno rispetto delle norme ha posto in essere gli atti d’indirizzo e di controllo, come per molti altri rapporti già in essere tra i quali i rifiuti e i trasporti.

La maggioranza, nel rispetto della veridicità dei fatti e per completezza d’informazione, respinge al mittente ogni accusa circa la mancata trasparenza e legalità delle procedure. Verità vuole:

1) l’Assessore Macale sin da subito, visto il capitolato ed il contratto, aveva sollecitato gli uffici a sollecitare l’adempimento della SIS, in particolare si sono svolti diversi incontri perché appariva anomala una clausola prevista dalla precedente amministrazione per cui la ditta avrebbe realizzato un’opera su un’area urbanisticamente destinata a verde per un valore di 450.000 circa o avrebbe dovuto riconoscere un 10% sull’incassato totale per presumibile euro 1.000.000,00. Per questo nel bilancio Preventivo l’amministrazione Gervasi ha ritenuto di incassare le somme di denaro e non l’opera, essendo evidente ictu oculi una sproporzione;
2) da gennaio è stato dato l’accesso gli atti richiesti dai consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione;
3) il consigliere Minervini si è attivato per verificare l’attuazione del contratto, giusta distribuzione dei parcheggi e l’utilizzo dei palmari per la lettura delle targhe ed evitare di esporre i tagliandi etcetera;
4) la Giunta, come ogni anno, ha approvato le tariffe secondo la legge. In particolare questo anno, con le delibere n. 57 e n. 68 del 2018, che sono volte a promuovere la legalità e comportamenti corretti;
5) i consiglieri di opposizione hanno chiesto con un ordine del giorno la revoca da parte del consiglio delle delibere di Giunta n. 57 e in itinere anche della 68 del 2018. In commissione ne hanno discusso, ma poi non hanno partecipato, il 15 giugno 2018, alla discussione in consiglio adducendo cavilli formali. In quell’occasione l’assessore Macale spiegava, nuovamente, le delibere e vista l’assenza della minoranza – che aveva chiesto la convocazione specifica di quel Consiglio – si ribadiva la competenza della Commissione consiliare di vigilanza;
6) il 25 giugno 2018 il consigliere di minoranza Di Capua depositava una nota indirizzata anche al Presidente della Commissione Vigilanza (poi deve aver cambiato idea);
7) il 4 luglio 2018 il consigliere Bianchi, Presidente della Commissione vigilanza, sempre appartenente alle minoranze, convocava la commissione vigilanza sulla nota di Di Capua;
8) il 4 luglio il consigliere Secci trasmetteva la richiesta di convocazione di una commissione ispettiva a nome di tutta la minoranza compresi Bianchi e Di Capua con la stessa composizione della vigilanza sulla nota del Consigliere di Capua e sulle delibere di Giunta;
9) il 9 luglio si tengono le Commissioni Bilancio e Affari Generali, le quali respingono la Commissione ispettiva (3 voti contrari maggioranza e 2 voti astenuti minoranza) e si ribadisce che essendoci la commissione vigilanza si possono trattare anche le delibere di Giunta;
10) il 12 luglio si tiene la Commissione Vigilanza sulla nota di Di Capua, che è ancora in corso per raccogliere gli elementi.
11) Il 23 luglio si tiene il consiglio e la maggioranza, mai esimendosi dal voler trattare in concreto le questioni, rileva più vizi formali. A) a norma dell’art. 30 del Regolamento Comunale, per gli atti dell’attività amministrativa della Giunta c’è la commissione di vigilanza; B) tale argomento risulta già trattato nel consiglio Comunale del 15 giugno C) la nota di Di Capua è già sotto analisi della commissione vigilanza; D) alcuni profili richiesti sono atti di competenza di altri Enti; E) la domanda non risulta formalmente rituale in quanto la nota depositata non riporta la firma di tutti i consiglieri di minoranza. Nonostante ciò la maggioranza proponeva di ritirare il punto e di seguire percorsi comuni e rituali per l’esame degli atti nell’interesse pubblico. Tale ipotesi non è stata presa in considerazione dalla minoranza.
Strategia politica della minoranza? Perché accusare la maggioranza di non trasparenza quando si cercano percorsi tortuosi e a volte tra di loro conflittuali?

Basta studiare i documenti (che ricordiamo sono tutti pubblici) per trovare le risposte a tutte le domande e capire che non c’è alcuna dietrologia o cosa che voglia mantenersi celata. Gli atti pubblici sono tali perché immediatamente accessibili a tutti, politici e cittadini. Tanto che diligentemente il Consigliere Di Capua ha redatto una relazione tecnica sulla vicenda all’esame della vigilanza. Se un consigliere ha potuto fare tutte queste analisi e a chiesto la vigilanza, perché poi si chiede l’inchiesta?

Quindi dove è la mancata trasparenza? L’amministrazione Gervasi è per la trasparenza, la legalità e per il rispetto del regolamento, quel rispetto che l’opposizione ha più volte a voce richiesto – dichiarando che usi e consuetudini non sono validi – ma che oggi vuole disattendere in virtù di chissà quale ragione. Non si può invocare il rispetto del regolamento solo quando fa comodo e in altri casi, per la “finta” trasparenza, non volerlo applicare. La richiesta di convocazione della commissione d’inchiesta non poteva che essere respinta perché l’art. 30 parla chiaro e va rispettato.

Ci domandiamo, infatti, dove erano i consiglieri di opposizione quando si è discusso di cose importanti e che loro più volte hanno richiesto accusando anche di inerzia l’Amministrazione. Come mai in quel momento opportuno hanno lasciato l’aula? (Si veda il caso del cambio di destinazione d’uso dell’immobile via Arezzo, votato dalla sola maggioranza avendo l’opposizione lasciato l’aula ad inizio consiglio).

La minoranza parla di ombre nel palazzo. Effettivamente un’ombra c’è: la vicinanza tra tutti i politici degli ultimi 10 anni che prima litigano, fanno cadere più volte i Sindaci, e poi finisco per rimettersi insieme per amore di Sabaudia. Ecco, questo è il modo di fare della vecchia politica, un modo che a noi non piace affatto. E qui a Sabaudia, la storia personale tra i vari soggetti si è spesso messa da parte, anche con ritiro di querele pur di andare insieme alle elezioni, ovviamente fino al prossimo litigio. La frase ‘non so se hai torto te o ragione io, ma non lo faccio più, fino alla prossima volta’ sembra molto azzeccata per i vecchi politici.

Pensare che c’è gente che ha sfiduciato Amministrazioni comunali per ben due volte, che l’opposizione di oggi si è unita con la maggioranza di ieri pur di ostacolare il lavoro di questa Amministrazione comunale che sta facendo della trasparenza un’azione continua nei meandri di una macchina amministrativa, in cui non si trovano gli atti, non esistono archivi o mancano pezzi, o quello che si trova è di difficile ricostruzione.

Se si vuole il bene della città si fa un’opposizione costruttiva e non si arrovellano strategie, salvo che non si abbiano altri obiettivi.

I suonatori del passato cercano ancora di mettere in atto la stessa musica, ma la musica è cambiata.
Rinnoviamo l’invito a studiare gli atti – pubblicati perché ritenuti per legge di pubblico dominio – e di pretendere in ogni occasione il rispetto del regolamento comunale, a garanzia del bene di Sabaudia e dei suoi cittadini. E precisiamo, infine, che la richiesta della commissione d’inchiesta è stata ritenuta infondata anche perché la domanda presentata non è stata firmata da tutti i consiglieri di minoranza ma depositata unicamente via PEC da un consigliere, senza le firme autografe di tutti. La firma digitale di uno solo dei soggetti indicati non attesta la firma di tutti gli altri. Anche questo lo dice la norma.

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