La salita che da lungotevere Aventino ascende all’omonimo colle, sistemata negli anni ’30 e da anni in stato di completo degrado, è stata recuperata e restituita alla pubblica fruizione. E’ il cosiddetto “basamento Aventino”, la mole di tufo che sostiene la sommità del rilievo e che collega il Giardino degli Aranci con il fiume, passando per Santa Sabina. Uno dei luoghi magici di Roma, dove l’Urbe dà il meglio di sé innalzandosi in un silenzio solenne, accogliente e gravido di memorie ancestrali, sul frastuono della metropoli.
Alla riapertura dello storico percorso hanno presenziato due assessori capitolini – Luca Bergamo, Crescita Culturale; Luca Montuori, Urbanistica e Infrastrutture – e il sovrintendente Claudio Parisi Presicce.
Carta vincente degli interventi condotti, da un punto di vista urbanistico, la ricucitura tra fiume e colle: si sono “ristabilite le connessioni con il lungotevere attraverso il recupero dei percorsi pedonali esistenti”, spiega una nota del Campidoglio, “trasformando quella che era diventata una ‘distanza’ in una vera e propria risorsa per la città”. Del resto questo progetto “rientra in un più ampio programma strategico che mira alla riconquista del fiume nella vita della città, recuperandone relazioni spaziali, funzionali, infrastrutturali ed ecologiche”.
La magnifica passeggiata è aperta al pubblico transito dall’alba al tramonto (preferire quest’ultimo, se possibile) a cura del Servizio Giardini di Roma Capitale. Nei primi 18 mesi, come da appalto, sarà curata e mantenuta dalla ditta che ha svolto i lavori (Costruzioni Pasqualucci S.r.l.). Il costo dell’intero intervento ha sfiorato i due milioni di euro (1.986.562).
I lavori eseguiti possono esser suddivisi in tre zone: 1) recupero del margine di Rocca Savella con il loggiato e il percorso pensile (compreso il restauro della terrazza del Giardino degli Aranci e il restauro della torre dei Savelli). 2) Consolidamento del pendio, ripristino del percorso novecentesco, creazione di nuove aree sosta e nuovi viottoli, rifacimento della vegetazione compromessa da piante infestanti.
3) Ripristino delle pendici inferiori fino al marciapiede del lungotevere: ampliamento spazio pedonale, consolidamento dei contrafforti, creazione fori drenaggio lungo la parete per risolvere i problemi di umidità del tufo (con qualche interessante scoperta). Rifacimento, infine, del marciapiede con lastre di basalto, e realizzazione di un nuovo impianto di smaltimento acque reflue (quello preesistente non funzionava più). Corona l’intervento, da ultimo, il nuovo impianto di illuminazione Acea.
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