Si è svolta lo scorso venerdì sera (16 novembre), al Circolo dell’Aviatore di Roma, la presentazione della monografia del Maestro Ignazio Colagrossi dal titolo “Sentimento e Materia”, edita da Editoriale Giorgio Mondadori. Sessantaquattro pagine attraverso le quali ripercorrere i 23 anni di carriera di un artista che ha regalato al pubblico e al mondo dell’arte, attraverso la poesia, la pittura e primariamente la scultura, la sua lettura critica del mondo e della società odierna. Nel catalogo vengono raccolte tutte le opere che lo hanno consegnato al panorama artistico nazionale, garantendogli esposizioni permanenti nei luoghi più importanti e prestigiosi: a titolo esemplificativo “Il volto di Cristo”, inabissato nei fondali a ridosso di San Felice Circeo, e “San Giovanni Paolo II”, opera presente presso la Chiesa di Santa Maria degli Angeli di San Felice e presso la Sala Stampa del Vaticano.
All’evento, organizzato da Antonio Romano su invito del Colonnello Massimo Palombelli, è intervenuto Carlo Motta, responsabile dei Libri Illustrati della Cairo Publishing a cui fa capo il marchio Editoriale Giorgio Mondadori, il quale ha riconosciuto la validità dell’impegno stilistico di Colagrossi. Presente anche il giornalista pontino Fabrizio Giona, autore della prefazione della monografia.
Con l’occasione Colagrossi ha presentato al pubblico la sua ultima fatica scultorea: si tratta di un altorilievo in bronzo ispirato alla poesia “A’ livella” di Totò, realizzato dall’artista di Aprilia proprio per omaggiare il principe della risata. L’opera, che sarà posizionata nella cappella del cimitero dove riposa l’attore e poeta partenopeo, è stata mostrata al folto pubblico intervenuto alla presenza della nipote Elena Alessandra Anticoli De Curtis, curatrice del volume fresco di stampa “Il principe poeta. Tutte le poesie e le liriche di Totò”.
Una serata dedicata all’arte e alla cultura, con il maestro Colagrossi immancabile protagonista. Come scrive Fabrizio Giona nella prefazione: “[…] Colagrossi non indossa maschere, al contrario si manifesta nella sua spontaneità, offrendo al suo pubblico la rappresentazione genuina del suo essere interiore e di una società che ha bisogno di (ri)abituarsi al bello, di seguire il cambiamento senza lasciarsi sopraffare da questo e soprattutto di tornare al senso estetico tipico dell’Arte (inteso nella sua accezione più ampia). Nelle sue opere non c’è mistificazione o simbolo alienante, non c’è spersonalizzazione o frantumazione dell’io in identità multiple: il Maestro crea lasciandosi trasportare dal vissuto del momento, dal bisogno di raccontare e trasferire all’altro la sua verità. Le sue opere dunque, indipendentemente dal mezzo espressivo con le quali vengono divulgate, assurgono a forma di narrazione e per l’Artista sono un primario strumento catartico”.
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