Archivi Blog

Storia della nave asilo “Caracciolo”

La storia della "Caracciolo", NAVE ASILO per Scugnizzi.
La vetusta unità, destinata alla demolizione, venne donata alla città di Napoli dietro proposta della signora Giulia Civita Franceschi, intenzionata a farne una nave scuola (o «nave asilo») per il recupero di bambini (dai tre anni in su) e ragazzi abbandonati, per sottrarli alla miseria ed alla delinquenza ed educarli alla vita marinara, come già fatto a Genova dal professor Garaventa.

Dopo essere stata adattata per tali scopi (tra l'altro venne eliminato l'albero maestro lasciando invece trinchetto e mezzana), la «Nave Scuola Marinaretti Caracciolo» venne inaugurata nell'aprile del 1913. Sovvenzionata dal governo con 16.000 lire all'anno, la nave scuola era gestita da ex ufficiali di Marina, mentre personale inquadratore anch'esso della Regia Marina era incaricato della disciplina e l'istruzione era impartita da ex sottufficiali di Marina per la parte militare, e da insegnanti civili per la parte elementare (meccanica, falegnameria, geografia e biologia). Medici civili, tra cui il dottor Guido Bocca, che operò gratuitamente, si occupavano delle questioni igienico-sanitarie. Per oltre un decennio la Caracciolo rimase ormeggiata in tali funzioni al molo Beverello del porto di Napoli, poi venne spostata al Pontile Vittorio Emanuele ed in ultimo nella parte interna del Molo San Vincenzo del medesimo porto, anche se in estate la nave si trasferiva a Castellammare di Stabia. Giulia Civita diresse la scuola dall'agosto 1913 (quando in pochi mesi l'istituzione raccolse già 51 allievi) sino al 1928 (quando venne allontanata dal fascismo per far assorbire la scuola dall'Opera Nazionale Balilla), periodo durante il quale 750 tra orfani di marittimi e ragazzi abbandonati vennero accolti e rieducati.

Diversi studiosi italiani – tra cui Maria Montessori – e stranieri – compresa, ad inizio anni venti, una delegazione giapponese, intenzionati a ricavarne spunti per la riforma scolastica del Giappone – visitarono la Caracciolo, restando favorevolmente impressionati dai risultati raggiunti, e nel 1922 la signora Civita ricevette una medaglia d'oro conferita dal Ministro della pubblica istruzione Antonino Anile.

A partire dalla fine del 1918 la Caracciolo venne impiegata anche per una Scuola di pesca su desiderio dell'Amministrazione comunale di Napoli, che indicava anche i 50 orfani che avrebbero dovuto frequentare tale corso: nel 1921 nacque così la «Scuola per Pescatori e Marinaretti» (SPEM, poi chiusa dal regime fascista nel 1933)[16]. La signora Civita avrebbe anche desiderato estendere le attività della scuola a bambine e ragazze, ma il progetto non ebbe seguito[16]. Nel 1928, in seguito all'instaurazione del regime fascista, l'istituzione venne incorporata nell'Opera Nazionale Balilla, e nel 1933 la Caracciolo ospitava 331 allievi, cui si aggiunsero, nel 1935, alcuni dei 37 marinaretti del Collegio Marittimo di Anzio, chiuso in quell'anno. Essendo ormai lo scafo della Caracciolo molto vecchio, a quasi ottant'anni dalla costruzione, l'ONB decise di trasferire la scuola dalla vecchia corvetta in alcuni moderni edifici di Sabaudia: tale risoluzione venne attuata il 18 luglio 1936.
Abbandonata nel porto di Napoli, la Caracciolo venne duramente colpita durante i pesanti bombardamenti aerei su Napoli della seconda guerra mondiale, ma i gravi danni poterono essere riparati. La vecchia corvetta venne avviata alla demolizione verosimilmente qualche tempo dopo il conflitto. La campana di bordo, insieme al siluro Luppis, è conservata al Museo Tecnico Navale di La Spezia.

Leggi Tutto

Collegio Marinaro “Caracciolo”

Opera Nazionale Balilla progettata dall'architetto Oriolo Frezzotti nel 1933. L'edificio venne ampliato nel 1936 per ospitare anche gli allievi del Collegio Marinaro Caracciolo.
-------- Cenni storici. - Dopo l’avvento del fascismo, nel 1928 l’Istituzione (Nave Asilo "Caracciolo) entrò a far parte dell’Opera Nazionale Balilla che in considerazione della vetustà dello scafo della “Caracciolo”, ormeggiato nel porto di Napoli e dell’accresciuto numero di ospiti, divenuti 331 nel 1933, (ai quali si erano aggiunti anche una parte dei 37 marinaretti dell’Orfanotrofio Marittimo di Anzio che era stato chiuso nel 1935) volle provvedere alla sistemazione a terra della scuola, in una sede più adeguata, ospitandola a Sabaudia, in tre moderni edifici adattati allo scopo. Il trasferimento avverrà il 18 luglio 1936.
L’immediata vicinanza del mare ed il lago di Sabaudia, più che il movimentato porto di Napoli, avrebbero così permesso in tutta tranquillità lo svolgimento delle normali esercitazioni marinaresche degli allievi, andando però ad interrompere un esperimento educativo che iniziava a dare i suoi frutti migliori. Tra le conseguenze negative di questa scelta statale vi fu anche la mancata realizzazione di un progetto maturato da tempo nella mente di Giulia Civita: l’estensione alle bambine e alle ragazze abbandonate, dell’opera di accoglienza e recupero rivolta fino ad allora esclusivamente ai loro coetanei maschi.

Leggi Tutto

Caserma Milizia Portuaria

Nel 1933 il Capo di Stato Maggiore della Milizia Portuaria Alberto Teruzzi descriveva così il corpo:
"La Milizia Portuaria,creata il 12 marzo 1923, esplica compiti di polizia marittima, di polizia militare e di pubblica sicurezza con attribuzioni di polizia giudiziaria. E’ la vera sentinella dell’Italia fascista alle porte del mare ; essa dà agli stranieri, quando sbarcano nel Regno,la prima sensazione dell’ordine e della potenza organizzativa del Fascismo. Con una forza di 40 Ufficiali e un organico di circa 800 Militi,nel corso dell’anno XI, ha svolto un totale di 4362 contravvenzioni. La Specialità, composta in maggioranza da ex combattenti decorati al valore e da Fascisti di sicura fede, reca nel disimpegno del servizio un ritmo di intenso fervore ed un altissimo senso di dovere. Risponde davvero nella pratica al motto dettato per essa dal Duce : "Fede e silenzio"
---------------------------------
Cenni storici sulla nascita del gruppo sportivo della Marina Militare. Napoli. Durante la Seconda Guerra Mondiale la vecchia nave “Caracciolo” rimasta abbandonata nel porto di Napoli, sarà gravemente danneggiata dai bombardamenti, ma verrà successivamente restaurata e la scuola prenderà il nome di “Collegio Professionale Marittimo Francesco Caracciolo”, continuando la sua attività fino al 1961, quando chiuderà definitivamente i battenti per cedere i suoi locali alla Scuola Centrale Remiera della Marina Militare (Mariremo Sabaudia).

Leggi Tutto

Azienda Agraria

L’azienda agraria provvedeva alla necessaria assitenza tecnica ai coloni.

Leggi Tutto

Harmonia 2022

Immagini della serata. Centro Danza Harmonia Spettacolo di danza "Cose dell'altro Mondo" 27 giugno 2022

Leggi Tutto

Casa del Fascio

Casa del Fascio che comprendeva anche l'OND (Opera Nazionale Dopolavoro) al suo interno; teatro, sala biliardo, palestra e uffici sindacali.

Leggi Tutto

Caserma Carabinieri Reali

Fondata nel 1814 come "Corpo dei Carabinieri Reali" e così denominata sino al 24 gennaio 1861 (data del R.D. sul riordinamento dell'Esercito nazionale), l'Istituzione era stata chiamata "Arma" già in vari documenti ufficiali del 1819 (circ. 1354 dello Stato Maggiore del Corpo), del 1820 e del 1822.

Si legge infatti nel Decreto emanato il 16 ottobre di quest'ultimo anno da Carlo Felice: "Essendoci stato rassegnato dal nostro ultimo Segretario di Guerra e Marina un regolamento generale pel servizio dei Carabinieri Reali, che l'Ispettore Generale della stessa Arma [Comandante Generale] ha compilato secondo le nostre intenzioni ( .. ) ". Lo stesso Ispettore Generale, maggiore generale Giovanni Battista d'Oncieu de la Bátie, inviando pochi giorni dopo il Regolamento al Comandante dei Carabinieri, scrisse nella sua relazione di accompagnamento: "Se da una parte le nuove Patenti danno una maggiore considerazione all'Arma" ( ... ) e più oltre: «La scelta dei soggetti destinati a formare il deposito degli allievi esige una molto particolare attenzione, e l'incarico di istruirli al servizio dell'Arma ( .. )». Nel testo dei Regio Brevetto in data 5 settembre 1843, relativo allo "scompartimento" della forza dei Carabinieri, venne riportata più volte (artt. 4-17-25 e 26) la dizione "Arma a piedi" ed "Arma a cavallo".

L'appellativo Arma allora usato invece di Corpo non deve però intendersi come denominazione "ante litteram" perché l'esercito sardo-piemontese si componeva solo di Fanteria, Cavalleria, ecc. e perché la parola "Arma" stava piuttosto a significare milizia o forza armata e, nel caso specifico dei Carabinieri, anche distinzione tra specialità a piedi e a cavallo.
Del resto, lo stesso R.D. 24 gennaio 1861 - riordinativo delle Forze militari - nella parte concernente i Carabinieri, dopo avere considerato nella premessa "l'aumento territoriale dello Stato e la necessità di ampliare l'Arma dei Carabinieri" stabili, nei sette capitoli che lo componevano, le norme di esecuzione (v. Ordinamento).

Il primo capitolo s'intitolò: "Composizione e forza del Corpo", mentre il secondo portò il titolo seguente: "Istituzione e prerogativa dell'Arma dei Carabinieri Reali". Nel capitolo sesto fu nuovamente usato l'appellativo di Corpo nel disciplinare le sue "relazioni colle autorità civili e militari".
Questa pluridecennale discontinuità di denominazione, ebbe termine solamente con la legge "sull'ordinamento dell'Esercito" promulgata il 30 settembre 1873, la quale sanzionò in via definitiva all' art. 7 l'appellativo di "Arma dei Carabinieri Reali" mutatosi nel 1946 in quello attuale di Arma dei Carabinieri.

Leggi Tutto

Palazzo Poste e Telegrafi

Ex Palazzo Poste e Telegrafi , oggi Biblioteca comunale "F.Iannella" e centro documentale "A.Mazzoni"

Leggi Tutto

Serbatoio Idrico

Il Serbatoio Idrico è stato costruito su progetto del 1934 dell’architetto Oriolo Frezzotti.

Leggi Tutto