Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che punta a un registro per la trasparenza nelle concessioni balneari, “parla senza conoscere la realta’”. Lo afferma in una nota il presidente del Sindacato italiano balneari/Confcommercio, Riccardo Borgo, secondo il quale l’incontro di martedi’ prossimo, 14 marzo, sara’ l’occasione per un confronto con la categoria”.
A giudizio di Borgo il ministro si avventura in una “ardita quanto banale divisione (l’entrata totale diviso il numero delle concessioni)”, attraverso cui “sentenzia che ogni concessione paga un’inezia”. Invece, puntualizza, “il canone e’ quanto lo Stato ci chiede e che deriva da una legge” e “costituisce solo una voce tra i costi sostenuti dai balneari.
Quello che certamente non sa e’ che qualche centinaio di imprese oggi sta fallendo in quanto gravate da canoni con valori commerciali che, per la loro stessa assurda esosita’, non riescono a pagare. E’ dal 2007 che chiediamo, inutilmente, una perequazione e un riequilibrio”. I balneari si dichiarano poi “pronti” sulla trasparenza, ma avvertono che servirebbe “una iniziativa di carattere generale che riguarda tutti i tipi di concessione.
Anche quelle in capo a potentati economici e/o mediatici o, ad esempio, autostradali e petrolifere che risultano essere di competenza del Mise”. Insomma, conclude, “ci sembra che Calenda ‘l’abbia giurata’ agli imprenditori balneari, immaginandoli potenti e ricchissimi nababbi, anziche’, come realmente siamo nella stragrande maggioranza dei casi, piccole imprese dove l’elemento lavoro (100.000 addetti diretti), e’ fondamentale”.
Quanto poi alla differenza tra “l’ottica che il Ministro Enrico Costa ci ha spiegato, e quella di Calenda, che conosciamo solo da qualche giorno”, i balneari chiedono che “il Governo chiarisca punto per punto”.
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